Spesso infatti capita di confondere i due termini, anche se si tratta di due processi di conservazione del cibo con differenze sostanziali.
La surgelazione è un processo industriale ultra rapido ed efficiente. I prodotti raggiungono in brevissimo tempo la temperatura di -18 °C, e la rapidità di raffreddamento determina la formazione di micro-cristalli di acqua che non danneggiano la struttura biologica degli alimenti. Le valenze organolettiche e nutrizionali (proteine, vitamine, carboidrati, ecc.), la struttura e il sapore dei cibi rimangono inalterati rispetto al prodotto originale.
La surgelazione si presenta quindi come il miglior sistema di conservazione grazie allo scrupoloso rispetto della catena del freddo in tutto l'iter che l'alimento compie per arrivare, integro, sulla tavola del consumatore.
Il processo di congelamento avviene in un tempo più o meno lento. Di conseguenza, all'interno del prodotto si possono formare cristalli di ghiaccio di maggiori dimensioni, che perforano le pareti cellulari provocandone la rottura. Al momento dello scongelamento si verifica una parziale perdita dei valori nutritivi e organolettici, in particolare negli alimenti con struttura cellulare meno resistente.
Pur essendo un metodo efficace per allungare la conservazione dei cibi, il congelamento non permette di bloccare al 100% l'attività degli enzimi, con conseguente deterioramento nel tempo della qualità originaria del prodotto.