Le difficoltà dell'export e dei terreni appennini
16 ottobre 2020

Le difficoltà dell'export e dei terreni appennini

Facciamo il punto sul settore export e sull'incidenza della fauna selvatica sulle colture

 

Export minacciato

Il valore della qualità combatte le difficoltà legate all’incidenza mondiale del covid sui consumi e sulla ristorazione fuori casa. L’export incide infatti su circa un quarto delle produzioni nel comparto agroalimentare, ma continua a privilegiare l’alta qualità delle materie prime.

Massimo Gucciardi illustra la situazione internazionale soprattutto nel mercato food service, che costituisce circa il 60% del settore export. Al momento, il Gruppo Orogel riesce a mantenere un legame solido soprattutto con USA, Germania e Olanda.

Per quello che riguarda l’intenso lavoro intrapreso invece sul canale retail, c’è stata grande attenzione per i prodotti ricettati e tailor-made e per l’esperienza su territorio canadese. Proprio il Canada è diventato, infatti, il principale interlocutore estero del Gruppo Orogel.

Andrea Bagnolini sottolinea il cambiamento drastico intercorso negli ultimi mesi nel rapporto con i diversi clienti. La difficoltà negli incontri e nelle fiere viene controbilanciata con i rapporti online e la ricerca di continue nuove ricettazioni, dedicate alle preferenze dei diversi consumatori. La soia edamame e i carciofi, in particolare, focalizzano le attenzioni del mercato.

 

Fauna selvaggia

Si lavora per la tutela degli animali e delle aziende agricole. È depositata in parlamento la modifica alla legge sulla caccia, visto che i circa 2 milioni di esemplari di cinghiali e ungulati risultano tra i primi responsabili selvatici dei quasi 60 milioni di danni al territorio e alle colture dell’Appennino.

Alessandro Gianpreti ricorda il passaggio, sull’Appennino, da aree agricole ad aree boscate non sfruttate, all’origine dei nuovi danni ai territori.

Maria Luisa Zani, responsabile della Pianificazione Faunistica della Regione Emilia Romagna, descrive l’impegno per la definizione di un limite di danno, su agricoltura e viabilità, e di una densità tollerabile delle varie specie selvatiche per aree e zone di protezione.

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